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Elso Simone Serpentini, SOTTO
I CIELI DI CASTELLI, Artemia Edizioni, 2016, pp. 176,
Euro 15.00
Avendo trascorso la sua infanzia e parte della sua
adolescenza a Castelli, l'autore considera il ritorno con la memoria a
quei lontani giorni la sua "madeleine", sperando però che la sua
non sia solo una ricerca del tempo perduto. Scrive di considerare quel
ritorno coma un'esigenza a cui non potersi sottrarre. Scene, tempi e
luoghi così lontano e al tempo stesso così vicini, così estranei, ma anche
così intimamente sentiti come propri, sono troppo presenti in lui per non
ricevere il dono di una rievocazione.
Per questo dice di essersi concesso una debolezza, un
cedimento alla tentazione di provare a mettere in parole i suoi sentimenti
interiori, frugando anche negli angoli più reconditi della sua memoria. Lu "rmenì"
per un castellano è sempre una grande emozione e lo è stato anche per
l'autore, specie dopo una lunga assenza, anche a quando a mano a mano
diventano sempre più rari i volti familiari che accolgono il castellano che
ritorna quando arriva in piazza.
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