LA CITTA' DEI RICORDI
di Elso Simone Serpentini
La locanda dell'infedele
Dunque, il fatto era avvenuto il 16 gennaio di quel 1872. Quando? Alle 10 di sera. Zopito Perilli, di anni 54, originario di Penne, ma da anni residente a Teramo era andato a dormire, nella sua casa-bettola-locanda del quartiere di San Leonardo a Teramo. Locanda? Sì, certo. La Locanda Perilli, molto nota, ovviamente tra avvinazzati, prostitute, avventori di poco credito e donne di poco conio. E la moglie? La moglie, Elisabetta Braca, nota come "Sabbetta", era andata a dormire anche lei. Sì, con lui, le dormiva a fianco. E poi? Poi era avvenuto che lui, mentre dormiva, aveva sentito dei rumori, ma aveva continuato a dormire. Anzi, a stare nel dormiveglia. Lei faceva sempre tanto rumore, si alzava spesso, poi tornava a letto. Insomma tutte le notti così. Lui ci si era abituato. Ma lui si era accorto che ad un certo punto la moglie si era alzata ed era andata ad aprire la porta? Sembrava di sì, pareva. Così aveva detto al Delegato di P.S. Fogliani, quando aveva fatto querela, che lui si era accorto che lei apriva la porta, ma aveva sonno, faceva freddo e aveva continuato a stare a letto, "dormivegliando". E poi? Poi aveva continuato a sentire altri rumori, a percepire altri movimenti, ma aveva creduto che stesse sognando. Insomma, aveva anche bevuto un po’, come al solito, e la realtà gli si confondeva in testa con il sogno. E che aveva sentito? Aveva sentito che lei apriva la porta, che parlava a bassa voce con qualcuno e che poi lei era ai piedi del letto con qualcuno. Lo sapete che si dice anche che lui, Zopito, aveva pensato ai fantasmi? Sì. Si era spaventato, aveva paura che l’anima di qualche defunto volesse tirargli i piedi. Insomma, stava con gli occhi aperti, anzi semi-aperti, se preferite semi-chiusi, insomma vedeva e non vedeva, credeva e non credeva, non sapeva se era sogno o realtà, se era il vino o l’età. Insomma che cosa vedeva? Vedeva la moglie, sì, seminuda, insieme con un uomo. Stavano insieme. Insomma… che facevano? E’ qui che le malelingue si divertivano di più, a raccontarsi a vicenda i particolari piccanti di questa scena. Insomma lei, Elisabetta Braca stava con quello, con il suo amante. Berardo? Sì, Berardo, Berardo Di Leandro, trentenne. Ma lei ha più di cinquanta anni, no? Certo, ma che vuoi che conti l’età in amore? Dunque, lei e Berardo se ne stavano ai piedi del letto di Zopito, mentre Zopito dormiva, e lei stava con le mani appoggiate proprio al letto e loro due stavano…. Davvero? Stavano proprio….. Sì……. Stavano proprio!….E Zopito? Zopito vedeva e non vedeva, credeva e non credeva, credeva di sognare, sentiva i rumori, vedeva i movimenti. Insomma, cercate di capire… Ma perché ridete? Lo ha raccontato proprio lui al Delegato di P.S. Ad un certo punto Elisabetta e il suo amante devono aver esagerato… Perché Zopito si è svegliato completamente e ha visto bene. Si è alzato a sedere sul letto, ha sgranato gli occhi e si è messo a strillare…..Immaginate la scena….Zopito, con la papalina in testa, con gli occhi sgranati, che strepita, e quei due che si fermano all’improvviso…. attoniti e poi lui che scappa… Perché? E' scappato poi Berardo? Sì, è scappato verso la porta, ma Zopito si è alzato dal letto e gli è corso appresso, lo voleva chiudere a chiave dentro casa, ma Berardo è stato più svelto, è scappato dalla porta e... via, in strada. Ma Zopito nella querela ha fatto scrivere che aveva testimoni, no? Sì, perché proprio in quel momento in strada stavano passando due guardie di P.S., che hanno visto Berardo scappare dalla casa di Zopito. Ma la querela? Non lo sapeva già Zopito che la moglie se la faceva… Sì, che lo sapeva. E allora? Al Delegato di P.S. Fogliani e al Pretore Carlo Mugnolle denunciò pure che quella notte la moglie e il suo amante gli avevano rubato del denaro da quella cassa che lui teneva ben chiusa. Se ne era accorto dopo che gli mancava del denaro. Lui nel dormiveglia aveva visto che stavano aprendo la cassa, ma credeva di star sognando. Poi quando si era svegliato ed aveva visto…insomma… quei due…e dopo che quello era scappato…era andato a vedere dentro la cassa e il denaro gli mancava. Gli mancavano 250 lire, mica uno scherzo! La maggior parte in biglietti della Banca di Napoli e gli altri in biglietti della Banca Nazionale. Beh, i teramani si sganasciarono dalle risate per mesi e mesi. Insomma, Zopito aveva presentato la querela per l’onore tradito o per il denaro rubato? E giù risate. E lei, Sabbetta come stava, mentre il marito stava per svegliarsi? E giù risate. E quando lui si era levato sul letto, ormai sveglio, con la papalina in testa, Berardo come era rimasto? Però, che sveltezza a scappare via prima che Zopito scendesse dal letto e riuscisse a chiudere la porta con il catenaccio! E giù altre risate. Le risate più grasse, tuttavia, c’erano quando la gente ricordava come era andata a finire. Berardo Di Leandro, figlio di Pasquale, falegname, non lavorava quasi mai, non aveva denaro e il Sindaco Costantini gli aveva rilasciato un certificato di povertà. Difensore gratis. Il Pretore aveva stabilito che una moglie, anche se ti ruba del denaro, e tu sei il marito, non la puoi denunciare. Non luogo a procedere. Resta l’onore, no? Sì, ma Zopito ha ritirato la querela, E giù risate. Ed ora? Ora niente, se li volete vedere, lui e la moglie, Zopito e Sabbetta, andate, andate anche voi alla "Locanda Perilli", nel quartiere San Leonardo. E giù risate, come se piovesse. |